martedì, maggio 23, 2006

Attenziò
Concentraziò
Ritmo eVitalità
Devo dare di gas
voglio energia
metto carbone e follia
se mi rilasso, collasso
mi manca l'aria e l'allegria
perciò...Attenziò...
Odio il pigiama e vedo rosso
se la terra mi chiama non posso
restare chiuso fra quattro mura
ho premura di vivere perciò...
Attenziò...
Sto fermo un giro non passo dal via
piuttosto non gioco e vado via
fuori dal vaso fuori di testa
ho sempre un piede sul motore
Attenziò...

Bandabardò

lunedì, maggio 22, 2006

...primi passi

...dopo una serata devastante , e appena 5 h di sonno, ho intrapreso la mia prima escursione di allenamento...
Fra i tanti percorsi che avevamo selezionato...ce n'era uno, a quanto pare bellissimo, che volevamo fare...xò poi l'abbiamo scartato perchè sembrava troppo difficile...
Nel mio stato ancora confuso ho lasciato scegliere alla mia amica il xcorso alternativo....
bah...secondo me era ancora confusa anche lei...perchè abbiamo fatto un percorso veramente tosto(come prima volta)!!!
Dalle rive del lago di como, presso Moltarsio, siamo salite fin sul monte Urio(un percorso veramente ripido!!! ....naturalmente per una terrona cresciuta a 200 mt dal mare come me!!!), e poi sul monte liscione...
Mentre ci avventuravamo verso un altro monte...di cui non ricordo il nome...ci siamo quasi perse in una foresta alquanto angusta, con un sentiero quasi inesistente e un terreno decisamente in pendenza e ricoperto di foglie umide e scivolose.

Siamo tornate indietro e abbiamo preso una discesa...un bel po' ripida...che è stata decisamente peggio della salita...
TOT cammino ...più di 5 interminabili e faticose ore!
Però nonostante gli inconvenienti mensili femminili (sopraggiunti durante il percorso), nonostante i dolori della palestra del giorno prima (il mio istruttore mi ha fatto una scheda massacrante), nonostante le 4 ore al giorno di media di sonno x la settimana appena finita…
…nonostante tutto…ce l’ho fatta…ho fatto i miei primi passi a contatto con la natura…
Perché secondo me non è solo un allenamento fisico…
non è facile convivere con gli insetti, convivere con l’idea che sei tu e la natura.
non hai poltrone comode, non hai un bagno confortevole, non hai da bere e da mangiare quando vuoi…

alla fine le gambe sono pesanti...i piedi ancora peggio...
ma il bello è che sei leggero dentro....
niente nella testa, niente nel cuore...
...solo tanta soddisfazione!

venerdì, maggio 19, 2006

ELENA...Sulla via di Santiago…

Voglio affrontare il Cammino di Santiago questa estate...
...non posso ancora esprimere nulla a riguardo...
quando sarò lì scriverò il mio diario...
per ora mi riporto una testimonianza che mi ha proposto una mia amica.
l'ho letta ad alta voce davanti a lei e a mia madre...
...e non nego che la mia voce a tratti tremava...


Ci sono momenti nella vita in cui sentiamo di essere nel posto giusto, nel momento giusto; situazioni, luoghi e persone che sembrano incastrarsi, a poco a poco, in modo perfetto, e che con la loro mescolanza ci danno una piccola ma chiara percezione di una dolce e completa armonia, nella quale il sentirsi partecipi riesce a donarci la serenità che troppe volte ricerchiamo e rincorriamo vanamente.
Io ero lì, su un cammino battuto da secoli di storia e di preghiera, cosparso di lacrime e di gioia da chissà quanti milioni di persone, che con la loro fatica regalano al pellegrino di oggi l’intensità di ogni singolo passo, come un vortice che inevitabilmente porta alle radici di tutto.
Si può viaggiare sulla strada di Santiago per mille ragioni diverse, ma quella strada penso sia solo un pretesto per arrivare a noi stessi; bastano pochi giorni per capire che la meta in realtà è il Cammino stesso; ma questo è un concetto che fa parte di quelle cose che puoi anche capire, ma solo nel momento in cui le vivi te le senti dentro con tutta la verità che sembra impossibile essere racchiusa in un semplice giro di parole.
Per cui non credo che vi racconterò di com’è andata, delle città che ho attraversato, delle amicizie e delle avventure che si sono susseguite lungo la strada. Preferisco l’ardua, e scrivo ardua due volte per sottolineare il fatto che non credo di esserne in grado, via del Cammino in se stesso, di uno squarcio delle grandi lezioni di vita che mi sono state regalate, di quello che può rappresentare per la nostra vita un’esperienza come questa.
Sono partita da Saint Jean Pied de Port, paesino francese a ridosso dei Pirenei, punto più comune di partenza della più comune strada (la Vie Francaise) per arrivare a Santiago, con la testa un po’ preoccupata, il cuore emozionato e lo zaino troppo pieno di inutili cianfrusaglie, a compiere un pellegrinaggio alla tomba di San Giacomo Apostolo (io, che tanto-tanto in Chiesa non ci sono mai andata) di 800 Km a piedi (sempre io, che di Cima XII ho visto solo le foto).
Questo perché sono fermamente convinta che i desideri ancorati a noi stessi abbiano sempre una spiegazione, e che la vita non sarebbe un mistero se ci fosse dato di capirli subito, per cui a volte è necessario avere il coraggio e l’apparente incoscienza di assecondarli.
Dopo un paio di tappe avevo subito capito che avevo lo zaino troppo pesante e l’animo troppo leggero. Ci sono voluti due pacchi per spedire a casa “l’utile ma assolutamente non necessario”, e quanto è stato bello capire di quante cose si può fare tranquillamente a meno! Gesù aveva detto ai suoi Apostoli di prendere solo la bisaccia, e questo per noi del XX secolo sembra remoto e quasi fiabesco, soprattutto pensando ai nostri pratici zaini pieni di cose piccole e leggere perché è la legge del mercato dell’ultima generazione. Però prima di partire avrei dovuto considerare più questo: non stavo partendo per un tour di trekking o per qualche scalata sul Monte Bianco di turno. No: stavo partendo per la Via Jacopea, Cammino di Fede dove il rapporto con la provvidenza dovrebbe essere di fusione totale. Tutto quello che Lui ha detto ai Dodici lo ha detto per tutti quelli che lo vogliono seguire, e se tu parti e Lui ti dice di prendere solo la bisaccia, vuol dire che a tutto il resto ci penserà Lui; noi però facciamo sempre più fatica a fidarci il tutto per tutto alla Sua Parola, e finiamo per cercare nel Vangelo le metafore anche quando non ci sono… ma la grandezza di capire che lo si potrebbe veramente fare, la consapevolezza che in qualunque momento io abbia avuto veramente bisogno di qualcosa, io l’abbia trovata, ha restituito per quei momenti la grande speranza e l’umiltà di cuore di dire con gioia e convinzione “Padre, sia fatta la tua volontà”.
Quanto alla leggerezza di spirito, la scelta è stata quella di camminare da sola, di lasciare che l’incontro con gli amici del Cammino resti intorno alla tavola imbandita da sonore risate, e alle chiacchierate notturne con il vicino di sacco a pelo. La strada per me doveva restare cammino e ricerca.
Una delle cose a cui non siamo più abituati è la lentezza dello scorrere del tempo, troppo occupati tra orologi e telefonini: questa è una cosa che purtroppo non è più stampata sul DNA occidentale. Qualcuno mi ha chiesto se non mi sono annoiata a camminare per 7/8 h. al giorno da sola, io che l’ho fatto mi permetto di far spuntare un mezzo sorriso beffardo nel dire il “no” della risposta, ma capisco la domanda.
Spazi interminabili e lunghi da percorrere, momenti di gioia e di fatica da condividere, necessità di usare la voce o te le devi continuamente schiarire da quanto sei stato in silenzio.
Per me è stato splendido.
Avere il tempo e la pace necessari per osservare tutto quello che ti circonda, assaporare l’odore, i suoni ed il colore dei prati, delle montagne, delle infinite distese di grano e di papaveri, degli animali, dei tuoi passi. Saper cogliere con gioia le più piccole cose, perché in quello stato possono veramente farti felice, un raggio di sole, un’insospettabile sfumatura d’azzurro dipinta sulle ali di una farfalla, il sorriso dei vecchi al bar che ti guardano passare o il saluto dei ciclisti che ti superano velocemente, l’incontro con una fonte quando la nuova sensazione della sete si fa forte, sentire lo stupore crescere nel cuore e tenere sempre gli occhi aperti per vedere la bellezza.
Avere il tempo per ricostruire una vita, per fare un bilancio, per cercare le risposte e le spiegazioni che già abbiamo dentro, perché la storia dell’Alchimista è una delle più vere del mondo. Vivere la lentezza e la semplicità dei giorni, senza le grandi pretese, le grandi aspettative, senza tutte le cose ingombranti e vistose a cui ai nostri giorni siamo abituati; ma questo non lo si può spiegare, finirei nella trappola dell’ingombrante e vistoso…
E piano, piano, giorno dopo giorno, con la fatica necessaria per guadagnarsi le cose che contano veramente, un giorno arrivi a Santiago.
Per l’ultima notte avevo fatto bene i conti di arrivare prima del tramonto sopra il Monte del Gozo, collina dalla cui cima si preannunciano allo sguardo i maestosi pinnacoli della Cattedrale, meta del mio viaggio. Fa parte di uno degli incalcolabili riti dei pellegrini da sempre. Il monte del Gozo infatti rappresenta la Gioia (Gozo) di vedere all’alba, prima di partire per gli ultimi e veloci 5 Km, quello che ti troverai davanti; per la prima volta vedere all’orizzonte la meta che da un mese rincorri.
Ho dormito sola e all’aperto, ricercando fuori dalla confusione e dall’euforia dell’ultima notte le mie motivazioni, le domande fatte prima e durante il viaggio, la quantità e la diversità delle emozioni provate, un mettere un po’ insieme tutto quello che è successo in un mese, prima di ritrovarmi lì. Sono partita prima del sorgere del sole; nel percorrere quella breve distanza sentivo i miei passi lunghi e rapidi come quelli di Fernandel, pieni della paure e della serenità di essere arrivati.
Quando mi sono ritrovata davanti alla Cattedrale erano le sei, la piazza vuota, gli altri pellegrini lontani, la città che ancora dorme. Tolgo lo zaino, poso il bordone e mi inginocchio davanti a quell’imponenza e a quella suggestione che hanno solo le cose ubriache di fede e di storia.
E ho pianto.
Ma non un pianto di commozione o di stress represso; no, uno splendido e raro pianto di gioia, una sensazione di accoglienza che forse non mi sarà più dato di provare in vita.
Grazie Giacomo, grazie di avermi fatto arrivare.
Grazie per la pienezza di cuore, per la presenza di spirito, per gli incontri misteriosi del Cammino.
Grazie di avermi chiamato e di aver condotto i miei sandali fin qui.
E poi, con il timore di chi sta fuori di casa per un bel po’ di tempo, sono entrata ad accarezzare con la mia mano la mitica colonna del “Portico della Gloria”. Quante volte mi sono chiesta cosa avrei provato nell’appoggiare il mio palmo nel solco fatto da migliaia di altre mani che con lo stesso stato d’animo hanno compiuto questo rituale nei secoli.
Quante poche volte mi è capitato di bramare così tanto un momento. Ed ero lì, e per l’attesa e per la fatica di arrivarci, avevo paura.
Poi si è susseguito il caos delle cose che devi fare quando arrivi da turista in una città, normali prassi che per chi è stato un mese fuori dal tempo stordisce e frastuona; ma è il ritorno alla vita di sempre.
E dopo la gioia di riabbracciare chi è già arrivato e di aspettare gli amici che sono ancora per strada, volano i pochi giorni prima della partenza. I vecchi pellegrini dovevano anche tornare a casa a piedi, e c’è qualche temerario che ancora lo fa, per gli altri bastano 3 ore d’aereo.
Ma un’altra grande sorpresa era a casa ad aspettarmi: chi se l’aspettava che la mia famiglia avesse vissuto con così tanta partecipazione il mio Cammino? Palloncini e cartelloni di bentornata, i libri letti per seguirmi lungo la strada e la cartina punzecchiata da bandierine quante le mie tappe.
Un’altra grande onda di forza è data da chi cammina al tuo fianco.
E quanta gioia nel sapere che anche loro hanno camminato con me!

mercoledì, maggio 17, 2006

calcio...politica...calcio...politica...
...il brutto di lavorare in un ufficio di quasi tutti uomini
è che gli argomenti di conversazione sono veramente limitati!
in un ufficio?...che dico! è un openspace...ancora peggio!
certo è che sarebbero pochi gli argomenti anche se fossero tutte donne!

io che parlerei solo di musica, libri, viaggi...
non so con chi parlare! Posso solo mettermi le cuffie e...
fra una mail di lavoro e un documento in inglese...
mi intrufolo nel mondo virtuale
nel quale anche io faccio parte...

leggo parole di vita, cerco immagini di gioia o di nostalgia,
sogno terre da calpestare e odori da farmi entrare dentro
e scrivo in questo diario...virtualmente segreto...
...ma soprattutto ho la musica che mi cambia i colori intorno!

vivere al di là della massa...
in un mondo misto tra realtà e fantasia...
vedere un omino di K.Haring che esce dal mio calendario
sentendo una canzone dei NERD!

o ritrovarsi in un ricordo candito di nostalgia
...di una notte che dicono ha due anime
e un letto e un tetto di capanna utile e dolce
come ombrello teso tra la terra e il cielo.

e scoprire fra dei pezzi di vetro
un'altra storia raccontata
di esperienze proprie e altrui

(Potere del random
che alternando la mia musica
decide i miei pensieri.)

(Potere della rete
che ti permette di scoprire mille sfumature
di un tuo pensiero che si è fatto parola.)

Chiudo questa pagina come una bottiglia di vino
perchè devo rimanere lucida
cancellare gli impulsi del corpo
chiudere le finestre del cuore

lasciare solo macinare la mente
perchè non mi deprime farlo
perchè anche lei mi fa godere
perchè so di saperlo fare

Lu

Se la mia mente non fosse piena di mille pensieri,
se sapesse accontentarsi del tuo cuore semplice,
il mio corpo vivrebbe dei tuoi baci e delle tue carezze
Non è Amore, ma passione, affetto dolcezza...
divento bambina avvolta dalle tue braccia,
e donna quando ti sovrasto.
dolce gioco rubato alla notte.
un sorriso è riflesso nel mio cuore
ogni volta che percorro la strada che mi separa da te.

venerdì, maggio 12, 2006



Voglio andare al mare!!!

Oggi c'è un bellissimo sole
fuori e dentro di me
Lascio dormire la luna
Non più vino...
ma acqua frizzante nelle vene!
Non più blus o jazz,
ma rock forte nelle casse.
Adrenalina addosso
e tanta voglia di correre!
aspettami cielo
voglio volare fra i fiocchi di polline.

giovedì, maggio 11, 2006

NightClub

Non poteva che chiamarsi così
questo club di anime blu,
sangue misto di alcool,
note e parole.
Cuore troppo grande
per non rimanere ferito
dagli spigoli di questa città.
Cuore troppo grande
per mettere in ordine
le emozioni confuse dalla notte.
Parole nelle dita
Note nelle dita
Voce che nasce da sola
Al calar della luce
Allo spegnersi dei rumori.


Ieri sera...bellissimo concerto.
Complimenti Stefano...hai superato qualsiasi mia aspettativa...veramente bravo!

Hei stella!!!

Anche Ale...bravissimo!

regalare emozioni è un dono di pochi!


Lasciatemi qui, talvolta le mani divengono ali
Sto bene cosi'... stanotte e' cosi'...

http://www.stefanopiro.it/

martedì, maggio 09, 2006

corpi come stelle, intorno ad un'orbita che non sanno abbandonare.
quanto rischio c'è nel lasciarsi trasportare in uno spazio senza atmosfera?
Senza una forza che regola le nostre vite?

ho lasciato i miei pensieri vagare
alla ricerca di chi la luce porta nel cuore.
ed ho incrociato te.

parole intrecciate in un ricamo di fili dorati,
al di là della vita, al di là dei giorni.

attimi vissuti a condividere con un passerotto
briciole di qualcosa che si scioglie nell'aria
tersa di questo giorno di primavera.

cielo filtrato dalle foglie di un parco gremito di gente
così diverso dal nostro giardino segreto, così reale.

Surreale è la nostra emozione,
che non trova posto nei gesti quotidiani,
ma che si è scavata un posto nel cuore.

Che bello sapere di te e sapere che esisti.
sapere che nell'amore che doni agli altri
c'è un po' della passione che nasce da noi.

xoxoxox

lunedì, maggio 08, 2006

Prima di giudicare, prima di parlare, prima di agire...dovremmo fermarci a riflettere che ognuno di noi vive delle esperienze diverse, ha un'educazione diversa, e sa affrontare le cose così come la vita gli ha insegnato a fare!

Quanta gente nella mia vita non ho saputo amare, comprendere o ascoltare!

Vivo una vita frenetica, senza un attimo di tregua. 1000 cose da fare, da vivere, da provare...eppure sempre troppo poche!

Vorrei riuscire a materializzare il tempo, renderlo una corda fra le mie mani, una corda che rilascio a poco a poco, toccando prima tutte le sue fibre con le dita.
Fino ad adesso è stato acqua corrente, che non riuscivo a contenere...

ma acqua copiosa, piena di sale e di sapore, che mi da amore, sempre amore.
Dolore nell'amore, e gioia nell'amore.

Non lascerò altri viandanti passarmi accanto, senza condividere con loro questo olio che mi è stato regalato.
Olio che leviga e che lubrifica, olio che condisce e da sapore, olio che cura le ferite e che riscalda.

perchè un dono muore se non viene condiviso,
e il mio essere sarebbe morto se non l'avessi condiviso.

giovedì, maggio 04, 2006

Misread

If you want to be my friend,
and you want us to get along
please do not expect me to wrap it up and keep it therethe observation
I am doing could easily be understood as cynical demeanourbut one of us misread,
what do you know, it happened again
a friend is not a means you utilize to get somewhere
somehow didn't notice, friendship is an end
what do you know, it happened again
how come no one told me, all throughout history
the loneliest people were the ones who always spoke their truth
the ones who made a difference withstanding indifference
I guess it's up to me now, should I take that risk, or just smile?
what do you know, it happened again

kings of convenience
"Voglio, avrò
se non qui,
in altro luogo
che ancora non so.
Niente ho perduto.
Tutto sarò." (F.Pessoa)

martedì, maggio 02, 2006

L'arte si veste di ali.
sorvola sui cuori che la cercano
per donarsi a loro
quando guardano su.
Angelo custode
che protegge le menti
dal grigiore di questa vita
che inscatola i pensieri.
L'arte ci dona le ali,
e colora le idee e gli da forma.
Ma c'è sempre qualcuno
che ci vuol tirare giù.


Non chiudiamo i posti dove l'arte riesce ad esprimersi...non chiudiamo l'angelo mai!!!